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Il compleanno di Pippi – capitolo 5

Pippi stava preparando la tavola. Metteva i piatti, i bicchieri e i tovaglioli. Di lì a poco sarebbero arrivati i suoi amici per la festa, era il giorno del suo ottavo compleanno. Le piaceva molto aiutare il papà a preparare tutto, disponeva ogni cosa in modo ordinato e preciso, la pila di bicchieri di destra doveva essere uguale a quella di sinistra, i biscotti al cioccolato da una parte, quelli alla marmellata dall’altra. Ormai era tutto pronto e quel giorno era un po’ meno triste. Il viaggio di ritorno Pippi lo aveva passato contando gli alberi e le case che passavano velocemente fuori dal finestrino. Ogni cosa era un passo in più che la allontanava da Cane di Pezza.

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Il compleanno di Pippi – capitolo 5

– Magari ti regalano un pupazzo uguale a lui! – disse il papà dalla cucina.
– Non ne esistono di uguali a lui, te l’ho già detto…

I grandi… Devi sempre ripetere le stesse cose. Sembra che non ti stiano mai a sentire. Eppure lei glielo aveva detto che non le serviva un pupazzo qualunque, che lei voleva il suo. Come quella volta che gli aveva chiesto di voler dormire in camera sua, che ormai non aveva più paura di stare da sola. Lui l’aveva messa a letto, le aveva letto una fiaba, l’aveva baciata in fronte e se ne era andato chiudendo la porta. Pippi si era rannicchiata sotto le coperte tutta fiera di sé. Ormai era diventata grande. E il padre aveva passato la sera ad aprire la porta di tanto in tanto per vedere se andava tutto bene. Se Pippi diceva che non aveva più paura, non ne aveva più per davvero. Lo sanno tutti che i bambini sono risoluti, se prendono una decisione non tornano più indietro. Così alla fine si era convinta che forse chi aveva paura a dormire da solo era proprio lui.

La verità era che il padre provava in tutti i modi a rincuorarla, ma sapeva bene quanto la bimba tenesse al suo peluche. Ogni volta che aveva qualche minuto libero telefonava all’ufficio oggetti smarriti per sapere se c’erano novità e controllava su internet per vedere se qualcuno stesse vendendo un pupazzo come Cane di Pezza. Non uno che ci assomigliasse, uno uguale, se non addirittura lui stesso. Ma le sue ricerche non avevano ancora dato alcun risultato.

Fu poco più tardi, mentre Pippi stava per spegnere le candeline che al padre venne un’idea, così guardò la bimba facendole l’occhiolino.
Lei pensò che fosse un modo per farle gli auguri e si concentrò sul desiderio da esprimere. Chiuse gli occhi stringendoli forte ed espresse il desiderio più importante del Mondo.
“Vorrei ritrovare Cane di Pezza il più presto possibile e spero che stia bene e che nessuno gli faccia del male e se qualcuno sta giocando con lo lui spero che non gli faccia il solletico perché lo teme tantissimo.”

E soffio così forte che le candeline si spensero tutte insieme.

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