La famiglia Birba

OH, TANNENBAUM…!

By 24 Dicembre 2012 Gennaio 29th, 2016 One Comment

Uh…!

Ve ne siete accorti?

Anche quest’anno è arrivato Natale.

Lo ammetto, è una frase che ha lo stesso peso della benedizione “Urbi et Orbi” di Sua Santità. Oppure del più laico discorso di fine anno del Presidente della Repubblica.

Ha l’odore, il sapore, lo spessore di un dogma decembrino, scaldato dal profumo dei biscotti alla cannella inzuppati nel vin brulè.

Beh, io però ve lo devo dire… quest’anno il Natale non lo sto sentendo moltissimo.

E siccome oggi – lo avrete capito – ho deciso di nascondere la testa nella sabbia dei luoghi comuni, so anche a chi dare la colpa: la colpa è della crisi.

La colpa è della mia età, perché non ho più vent’anni (anzi, per essere precisa, ormai ho passato pure i trenta…).

La colpa è dei negozianti del paesino dove abito che, per il terzo anno consecutivo, non si sono messi d’accordo per gli addobbi luminosi del viale principale.

Risultato: le uniche luci intermittenti sono quelle dei semafori all’incrocio della Chiesa. Per dire…

Una tristezza colossale.

Ma a casa abbiamo cercato di rimediare: d’altra parte, la tradizione lo vuole.

Mio marito, che ha impugnato come un’ascia bipenne la sua “Laurea in architettura del presepe d’interni” conseguita all’Università di Betlemme, lo vuole.

E poi, quando si han bambini per casa…

Allora, vai di ghirlande sulle porte.

Vai di Natività artistica stile “Valli del Pasubio” – roccioso, multipiano, con veri ruscelli e gallerie, e con associato sfratto esecutivo del PC dalla consolle del soggiorno.

Vai di luci multicolor in terrazzo che par di essere al Ceasar’s Palace di Las Vegas.

E poi, palle natalizie.

Quello è generalmente compito mio.

Lì mi scateno: sulle scale, in cucina, in bagno. Ovunque palle.

Palle, palle, palle rosse & gialle.

Il tutto, strutturato entro i limiti imposti dalla presenza dei due frugoli che si dilettano con precisione certosina a distruggere l’opera genitoriale, e cioè:

  • Ricky, che sposta le statuine del presepe con allestimenti “sui generis”  al limite della blasfemia (asinello in groppa al bue, pastori sommersi da pecore, San Giuseppe che porta la Vergine in carriola…);
  • Francis, che si esercita in “mille e una possibilità per mandare in corto circuito l’impianto elettrico di casa” realizzando alimentazioni alternative fra la linea di luci della capanna e la fontanella.

Tutto questo mentre io tuono contro la mia dolce metà

“Ma miseriazza delle miseriazze, non le avevi nascoste, le prese?”

“Certo che le avevo nascoste! Ma questa qui (indica Francesca) è una tarma, va dappertutto…!”

Come dargli torto, guarda cos’è successo con la gabbietta del water…

Interviene Ricky: “Mamma? Mammina? Francesca si sta mangiando il muschio… posso mangiarlo anch’io?

Mi giro: è vero, la piccola ha un cespuglio che spunta dagli incisivi.

Ride sfacciata, mi fa ciao con la manina.

FrAnCiS! Orrore! Molla il muschio!”

“Uhm… mmmh! GnùGnùGnù!” bofonchia lei.

“Ah, così mi dici? Nonono? Adesso ti prendo… vieni subito qui… apri le zanne!”

La prendo in braccio. “Grrrrr….!” mi ringhia contro.

Interviene Chicco: “Mamma, ma che versi fa? E’ una dinosaura? Guarda che i dinosauri devono mangiarle, le erbette…”

Ma che erbette… ! Dai Francis, apri la bocca…”.

Obbediente, la piccola apre le fauci. Veloce come un camaleonte, tira fuori la lingua, raccoglie un ciuffo di muschio che stava per caderle e… richiude ermeticamente la bocca.

Io spalanco gli occhi “Oh no… no-no-no-no-no!

Lei mi guarda sorniona. Labbra serrate. Deglutisce. Ruttino.

Alè.

Poi mi butta le braccia al collo: “MAMMA!”  esclama. Mi abbraccia felice.

“Papino, papino” chiama Ricky a gran voce “Francesca s’è mangiata il muschio delle pecore”.

Lorenzo esce dalla cucina, mi guarda e ride anche lui.

“Sul serio…?”

Lo guardo…  devo avere una faccia terribile.

“Eheh, quella è una furbacchiona… e comunque ricordati i detti dei vèci: queo che no sòfega, ingrassa”(*).

Voilà, ecco uno dei motivi per cui ho sposato mio marito.

Si avvicina a Riccardo col mestolo in mano: “Dai, Chicco… adesso lasciamo un attimo tranquilla la mamma… vuoi aiutarmi a preparare la tavola…? Così intanto cantiamo insieme una bella canzone di Natale… ne ho in mente una che cantavo io quand’ero piccolo come te… fa così:

“Oh Tannenbaum, oh Tannenbaum, Wie treu sind deine Blätter!”(**)

Ahahaha, papino… che bella canzone… adesso provo io: oh-fai-baubau-oh-fai-baubau-noi-tre-facciam-le-pappe. Papino, ma ti volevo chiedere… la mia lettera a Babbo Natale sarà arrivata in tempo?”.

[…]

(*): detto Veneto, che significa “se quello chestai mangiando non ti va di traverso e ci lasci le penne, l’unica cosa che può succederti è un aumento di giro vita”. (Fonte: memoria storica dell’autrice).

(**): canto tradizionale tedesco nonché – assieme a Jingle Bells, a White Christmas , Stille Nacht e a Tu scendi dalle stelle – una delle più famose canzoni natalizie di tutti i tempi. (Fonte: wikipedia).

[…]

LA LETTERINA

“Caro Babbo Natale, mi chiamo Riccardo, e ho 3 anni.

Quest’anno sono stato molto bravo, perciò ti scrivo questa letterina per chiederti questi bei regali che mi piacerebbe tanto ricevere a Natale.

Regalo n. 1: una bella cucina nuova, perché la mia cucina vecchia ormai è tutta rotta e io non riesco più a giocare. Mi piacerebbe tanto avere una cucina bella grande per giocare anche con mia sorella Francesca, con la mia mamma e con il mio papà.

Regalo n.2: la pista delle macchine di CARS. A me CARS piace tantissimo, perché Saetta McQueen fa “Ciao-Ciao!”. A dire il vero la pista delle macchine l’ha vista il mio papà alla televisione, e anche a lui piacerebbe tanto giocarci. Per me ricevere questo regalo è molto importante perché da grande sono sicuro che anch’io guiderò una macchina bellissima, come la Ferrari di Fernando (Alonso, n.d.A.).

Regalo n.3: una maglietta di CARS oppure una maglietta della Ferrari. Mi raccomando, la maglietta deve essere di colore rosso.

Caro Babbo Natale, ti devo dire un’altra cosa: la mia Francesca, che è piccola, non può scriverti una letterina, allora ti chiedo io un regalino per lei.

A dire il vero è una sorella briccona, però adesso sta diventando più buona, e penso che anche lei si meriti un regalino.

Stavo pensando a un bambolotto o a una cucina. Ma non una cucina grande come la mia. Una cucina piccola.

Per l’anno nuovo ti prometto che farò il bravo, non farò mai i capricci, mangerò sempre le verdurine e mi farò il bagnetto senza piangere.

Ti prometto anche che andrò a scuola senza piangere, perché a scuola mi diverto sempre con i miei amici: Alessandro, Federico, Angelica, Luca, Viola, Alessia, Sofia, Lorenzo, Emma e Giulia. Soprattutto Emma e Giulia, che sono le mie fidanzate.

Quest’anno in cambio dei tuoi regali ti lascerò il mio ciuccio nuovo in una bellissima scatola, perché ormai sono diventato grande e il ciuccio non mi serve più.

Aspetto che arrivi il giorno di Natale quando tu passerai nel cielo blu insieme alla tua slitta con le Renne per portarmi i miei regali.

Ti abbraccio forte,

Riccardo.

 

ALLEGATO ALLA LETTERA DI RICCARDO.

Caro Babbo Natale,

sono Daniela, la mamma di Riccardo, e quest’anno voglio pensare che davvero ci sei.

Prima di tutto voglio dirti grazie per avermi dato questa famiglia speciale. Grazie per averci dato la fantasia e la capacità di ridere di noi stessi.Grazie per farci stare così bene insieme, nonostante tutti i pensieri che abbiamo.

Se poi passi da queste parti, e vuoi farmi un regalo… ecco, io ti chiedo di regalare tanta salute, a tutti. Me compresa, perché so cosa vuol dire non averla.

Vorrei anche tante risate. E poi la forza, la pazienza e l’amore, per me e Lorenzo, per continuare a camminare su questa strada, per sostenerci e per perdonarci quando la stanchezza ha la meglio sulla ragione.

Credo sia tutto.

Ah, prima che mi dimentichi!

Siccome Ricky ha pensato che stanotte, quando arriverai da noi, sarai un po’ stanco, ti prepareremo un bicchiere di latte e dei biscotti.

Li troverai sul tavolo della cucina; per scaldare il latte puoi usare il forno a microonde. Credo ci sia anche del miele. Di eucalipto. Così respiri meglio.

Mi raccomando, non andare a mangiare sul divano sennò me lo riempi di briciole… che domani viene mia suocera a pranzo e io son già esaurita al solo pensiero.

That’s all.

Dio ti benedica… e ovunque tu sia, Buon Natale.

Daniela

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