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Pippi torna a casa – capitolo 3

Erano passati due giorni. Due giorni senza Cane di Pezza. Stavano tornando dalla stazione. Nessuno aveva riportato un peluche a forma di cane, diceva il signore col Cappello. Pippi stava dietro le gambe del padre, quell’uomo le faceva davvero paura. Anzi, era convinta che Cane di Pezza fosse lì, prigioniero.
Sono andato a controllare in tutti gli scaffali – disse il padre – credimi, lì non c’è altrimenti l’avrei trovato. Ora cerchiamo un negozio di giocattoli e ne compriamo uno nuovo! –
Uno nuovo? Lei non voleva un peluche nuovo, lei voleva Cane di Pezza! Chi mai avrebbe voluto un pupazzo nuovo dopo aver conosciuto lui.

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Pippi torna a casa – capitolo 3

Lo sanno tutti che i giocattoli nuovi sono un po’ tonti, devi stare lì a spiegargli tutto e non sai mai se ti capiscono oppure no. Sì, magari col tempo anche un gioco nuovo diventa il Tuo gioco, ma ci vuole pazienza, devi giocarci molte volte prima che lui ti riconosca.
Sul bancone del negozio di giocattoli la Signorina con l’Apparecchio dei denti, continuava ad appoggiare pupazzi di ogni tipo, elencando tutte le straordinarie caratteristiche di ognuno. Edizione limitata, cucito a mano, l’ultimo della serie appena uscita. Il modello di Cane di Pezza (il modello? Lui era Cane di Pezza, mica un modello!) Era fuori produzione, non ne facevano più, però ce n’erano tantissimi altri tutti bellissimi, secondo lei. Non secondo Pippi. Erano carini, sì, ma lui era diverso, era il suo preferito!
Non le piacevano i cavoli, non le piacevano i compiti, non le piaceva il maglione di lana rosa, non le piaceva il treno, non le piaceva la stazione, non le piaceva l’Uomo col Cappello degli oggetti smarriti e non le piaceva la Signorina con l’Apparecchio dei denti.
A casa dei nonni prese il suo quaderno dei disegni e cominciò a disegnare il suo peluche. Voleva farlo uguale a com’era. Non voleva dimenticare nemmeno un particolare di lui. Disegnò le sue orecchie nere, la sua macchia nera sull’occhio e il suo testone rotondo.
Il giorno seguente sarebbero ripartiti per fare ritorno a casa, a un sacco di chilometri da lì, da dove Pippi aveva perduto il suo amico.
Quella notte dormì col disegno di Cane di Pezza sul cuscino e si addormentò chiedendosi se l’avrebbe mai più rivisto.

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