Torno con più calma

Fuori di zucca…!

By 21 Novembre 2012 Gennaio 29th, 2016 2 Comments
Fuori di zucca

Metà novembre, sabato sera. Sono le 19.34.

E’ stata una giornata pesante, ma positiva. Tiro giù la tendina della porta. Sospirone, mi guardo intorno… c’è un po’ di confusione in negozio, meglio riordinare. Chiamo Lorenzo a casa per avvertirlo: mi dice che è tutto sotto controllo… “non preoccuparti, Francis pisola, Chicco sta disegnando, la cena è pronta. Ti aspettiamo”.

Allora meglio approfittare, mi bastano dieci minuti.

Spengo le seconde luci, lasciando illuminata la vetrina e il bancone e, mentre riordino i vestiti, alla radio iniziano a trasmettere un pezzo dei Subsonica. Mi fermo a pensare che quando questo pezzo uscì, io avrò avuto più o meno quindici anni. Nostalgia. Chissà che fine hanno fatto i miei compagni del Liceo…

Siamo andati tutti all’Università. In pochi ci siamo sposati. Ancora meno hanno avuto figli.

Uno, laureato alla Bocconi, è diventato un famosissimo economista.

Un altro, architetto, lavora a Parigi e collabora con Renzo Piano.

Altri girano il mondo… New York, Bangkok, Vladivostok.

Tutte città con la kappa, insomma.

Chissà che tempo farà adesso a Vladivostok, penso.

Lo sguardo scivola fuori, al di là del vetro: qui non siamo certamente nella profonda Russia, il tempo è più clemente. Ma ha cominciato a piovigginare e, nel parcheggio, le station wagon delle famiglie con i bimbi, caricato il passeggino, lasciano il posto a gruppi di giovanotti con la cresta e fanciulle in minigonna che si preparano a far le vasche in piazza. Si abbracciano, baci di rito, foto col telefonino facendo le boccacce.

Esuberanza di un’età che per me è passata troppo in fretta.

Finisce la canzone, e ne viene annunciata un’altra: Elvis the Pelvis ci delizierà le orecchie con “Blue Suede Shoes”. Mica male, il dee-jay deve aver la gastrite perforante per trovare un nesso logico fra i due pezzi musicali. But it’s contagious rock…

Azzardo una scivolata sul fondo. La mia proverbiale agilità (???) ancora non mi ha abbandonata: una scopa sarà il mio cavaliere per stasera.  “One for the money, two for the show, three to…”. STOP!

Cliente a ore 12!!!

Una signora sta osservando la vetrina, e io son fermata con lo spazzettone sopra la testa. Alleluja, non credo mi abbia vista.

E’ una donna di mezza età. Molto graziosa, un cappotto lungo alla caviglia in Principe di Galles e, a coprire i capelli tinti di fresco, un colbacco in pelliccia. Di quelli che si usano a Vladivostok.

Ha lo sguardo sereno, guarda i manichini, il passeggino, sorride.

Sorrido anch’io: mi crogiolo. E va bene, avete ragione, “chi si loda si sbroda”, ma stavolta me lo merito… la vetrina è spettacolare, non c’è che dire, ci ho messo tre giorni per allestirla. Tutta giocata sul rosso, bianco e viola. Sulla pedana, delle belle zucche ornamentali riempiono sapientemente i vuoti. Manuale di vetrinistica alla mano, le proporzioni e le luci sono perfette.

Chissà, forse la signora è interessata a qualcosa… Fa due passi avanti. Poi tre indietro. Guarda e riguarda. Continua a sorridere.

Vedo che punta con interesse lo Scervino. E’ una meraviglia quel piumino, beige, con una cintura in pelle tagliata a vivo. Allunga il collo per vedere meglio  la sfiancatura,. “Questa se ne intende” penso.

Alla fine mi vede. Mi saluta, e mi fa un cenno con la mano, come per dire “uao, che bello!”.

Io sorrido. Inclino la testa sulla spalla mormorando “grazie”!

Altro cenno con la mano:  “posso entrare?” chiede. MA CEEEEEEEERTO, che domande! Prego, si accomodi, dai che stasera chiudiamo in bellezza…!

Le apro la porta: “Buonasera!” esordisce.

“Buonasera a Lei…” profuma di Iris. Motivo per cui ha già guadagnato 100 punti nella mia personale classifica della cliente perfetta.

“Sa, non conoscevo questo negozio… è davvero bellissimo!”

“Grazie Signora…”

“E poi, questa vetrina… assolutamente i-n-c-a-n-t-e-v-o-l-e!

“E’ troppo gentile, Signora…” evvai, altri 1000 punti!

“Senta, so che sta per chiudere, ma le volevo chiedere… ho proprio visto una cosa in vetrina… non ho resistito!”

Eccola là… Son tutt’orecchie!

“…volevo sapere… quelle lì sotto il manichino… quelle belle zucche… a quanto le vende?”

Mi si blocca la salivazione. “…come, scusi?”

Le zucche! Quelle lì… quanto vengono al chilo?”

“Al chilo? Ma… no… no signora… le zucche…“

Mi interrompe: “Ah, le vende cadauna?”

“Ma no, non sono in vendita! Sono solo… le zucche sono… solo per decorazione…!”

Delusissima.

“Ah, caspita! Vabbè… fa niente…  allora buonasera e… scusi il disturbo!”

Fuori di zucca

Join the discussion 2 Comments

  • giuseppe ha detto:

    mai dare per scontato che il cervello sia collegato. ha ha ha

  • flori ha detto:

    Evidentemente, le zucche erano la chiave di lettura della vetrina che si, hanno convinto il pubblico ad entrare ma non hanno aiutato nella vendita! Fare una vetrina non è un esercizio creativo ma una tecnica. Oppure la signora era molto confusa!