"Sono fra coloro che pensano che la scienza abbia una grande bellezza. Uno studioso nel suo laboratorio non è solo un tecnico, è anche un bambino messo di fronte a fenomeni naturali che lo impressionano come una fiaba. Se vedo attorno a me qualcosa di vitale, è proprio lo spirito d'avventura che ha molto in comune con la curiosità." leggi tutto
Maria Skłodowska-Curie fu la prima donna a insegnare alla Sorbona e l'unica donna tra i 4 vincitori di più di un Nobel a vincere il premio in due diversi campi: vinse quello per la Fisica nel 1903, e quello per la Chimica nel 1911. Viene ricordata come colei che ha spalancato le porte della ricerca scientifica al genere femminile.
I manoscritti con i suoi studi sulla radioattività di radio e polonio, riposano in una scatola sigillata col piombo, a più di ottant’anni dalla sua morte i suoi appunti sono ancora radioattivi, e pericolosi da maneggiare.
Gli studi su radio e polonio costarono la vita a Maria Curie che morì nel 1934 a 66 anni di anemia aplastica, una malattia del sangue causata quasi certamente dall'esposizione ai materiali radioattivi, di cui un tempo si ignorava la pericolosità.
Ma le sue ricerche hanno lasciato traccia anche sugli oggetti che la scienziata maneggiava ogni giorno: oltre ai manoscritti anche mobili e libri di cucina. I coniugi Curie vivevano l'intera giornata immersi in materiale radioattivo. Marie aveva l'abitudine di girare con bottiglie di radio e polonio in tasca, e di riporle nei cassetti della scrivania e gli abiti che i due indossavano in laboratorio erano gli stessi che vestivano in casa.
Nella sua autobiografia, la Curie stessa racconta che, di notte, aveva l'abitudine di recarsi col marito in laboratorio per contemplare i bagliori che provenivano dalle provette, uno spettacolo incantevole e sempre nuovo. I tubi luminosi brillavano di luci di fate, di fantasmi.
Dopo la morte della scienziata la casa stessa risultò essere radioattiva, fu bonificata nel 1991.
(fonte Focus.it)