Venticinque anni. Siamo partiti 25 anni fa, quando l’usato sembrava un argomento tabù, relegato a mercatini trasandati e polverosi.
Ma per noi era diverso.
Per noi l’usato era un’altra cosa, era una scelta di vita in contrasto con il consumismo, era un modo per condividere oggetti belli ancora utili per qualcuno, era un modo per creare una piccola economia circolare locale.
Era una scommessa.
Avevamo due bimbe piccole, loro crescevano e i loro abiti, i loro giochi, le attrezzature rimanevano lì, ancora belle e utilizzabili: un vestitino comprato per un matrimonio indossato un paio di volte prima di diventare, in poco tempo, stretto e corto; una culla di legno bellissima che dopo qualche mese era già piccola; i libri cartonati soppiantati in poco tempo da racconti stampati su pagine sottili… Tutta roba che riempiva la nostra casa e quella di tanti genitori come noi.
Così è nata l’idea di creare La Birba, un luogo dove portare le cose ancora belle e utili e metterle in vendita a prezzi convenienti. Chi le portava poteva rientrare di parte dell’investimento economico e chi comprava poteva usufruire di oggetti di qualità, a un prezzo vantaggioso. Tutto all’insegna dell’etica, dell’ecologia, del consumo responsabile e a km zero.
Già, perché all’epoca si cominciava a parlare un po’ più seriamente di inquinamento, di sfruttamento del lavoro, di smaltimento dei rifiuti e per noi era importante far crescere le nostre figlie in un mondo più sano e vivibile. Volevamo fare qualcosa, anche se poco, un granello di polvere, perché, pensavamo, che anche il deserto è fatto da singoli chicchi di sabbia…
Quindi abbiamo proposto un modello che desse valore agli oggetti di qualità, e spesso firmati, attraverso il riuso. Perché il riuso è una tradizione antica oltre che etica, un’usanza tramandata dalle nostre famiglie, che affonda le radici in un’epoca in cui nulla andava sprecato. Adesso l’usato è spesso definito preloved stuff – cose già amate da altri. Ecco, questo concetto così attuale noi lo avevamo fatto nostro, forse inconsapevolmente, già dal primo giorno di attività, in quel lontano settembre del 1998.
Non è stato facile eh.
Non è stato per nulla facile.
All’epoca l’usato era considerato quasi sempre un bisogno e non una scelta.
I primi tempi ci portavano roba dimenticata chissà dove e quando. E noi a spiegare che no, ci serviva roba bella, di marca, recente, tenuta bene, pulita e in ordine
Quante volte lo abbiamo ripetuto…
Eravamo un negozio di nicchia per poche lungimiranti persone con uno sguardo attento e consapevole al futuro dei propri figli. Ma dalla nostra avevamo la qualità, quando qualcuno entrava in negozio non si accorgeva nemmeno che vendevamo cose usate. Perché da sempre abbiamo rifiutato il concetto di mercatino. Il nostro negozio doveva essere accogliente, con articoli sempre più selezionati, di marca e firmati, esposti ordinatamente e con vetrine curate. Volevamo proporre gli sconti di fine stagione (come nei negozi tradizionali) e dare la possibilità di cambiare la merce (cosa che non si faceva mai nel mondo dell’usato).
Da noi non necessariamente si spendeva poco ma si risparmiava sempre tantissimo rispetto al nuovo!
E piano piano aumentavano i genitori che non solo ci portavano le loro cose, ma portavano e compravano. E sorridevano quando invece di pagare gli articoli acquistati ricevevano il denaro per le cose che avevamo venduto.
È questo il nostro più grande successo: avere contribuito, nel nostro piccolo, a definire l’usato per bimbi un acquisto intelligente e non dettato dal bisogno.
Non è stato facile, ma ci siamo riusciti, abbiamo creato il franchising e abbiamo esportato il nostro metodo di lavoro in altre città. Ma sopratutto abbiamo trovato delle persone meravigliose e i nostri affiliati, col tempo, sono diventati nostri amici. Insieme a loro abbiamo affrontato anche le difficoltà degli ultimi anni e anche grazie a loro le abbiamo superate.
Ora, attraverso il riuso, cerchiamo di arginare la cosiddetta Fast Fashion: articoli usa e getta venduti a prezzi stracciati che fanno il giro del mondo prima di arrivare nei nostri armadi, sfruttano il lavoro, anche minorile, e utilizzano materie di pessima qualità spesso dannose per la salute.
Noi continuiamo a proporre articoli a Km 0 e non solo. Il riuso infatti è anche sano perché gli abiti usati, lavati diverse volte, hanno già perso molte delle sostanze chimiche utilizzate per la loro produzione
Non è stato facile, ma siamo qui. Siamo diventati I negozi di usato firmato e selezionato per bambini. Anche chi compra online ormai si fida totalmente dei nostri standard.
Oggi i nostri clienti sanno che nei nostri negozi possono trovare occasioni pazzesche come piumini Moncler o Il Gufo o capi Stone Island a un terzo del prezzo rispetto al nuovo. Così come una culla usata un mese o poco più. Spesso sono articoli senza segni di usura o pari al nuovo.
E il nostro Usato per scelta è diventato un claim un po’ più condiviso.
Ora i nostri clienti e fornitori hanno una consapevolezza del tutto nuova, la sensibilità verso l’ecologia, il riuso e il risparmio è cambiata e a noi piace pensare che un po’, tipo un chicco di sabbia, sia anche merito nostro.