Storie vere

QUANTO PESA LA MORTE DI UNA BIMBA?

By 18 Luglio 2015 Gennaio 29th, 2016 No Comments

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Una giovane migrante siriana muore durante il viaggio verso le coste italiane.
Era malata di diabete, aveva 10 anni e durante la traversata gli scafisti le buttano l’insulina in mare.
Potevamo leggere: “Tragedia del mare, cade in acqua lo zaino con l’insulina, bimba di 10 anni muore durante una crociera. Il padre, laureato in economia, racconta in lacrime la storia vissuta.”
Ecco forse così il nostro cuore avrebbe palpitato, ci saremmo potuti immedesimare nella vicenda e avremmo compatito.
Il giornalista del Corriere, invece, ci descrive la tragedia con quella dose di analgesico che ci permette di leggerla tra il bollettino di Caronte e la foto di Tsipras, utilizzando i termini che iscrivono d’ufficio la tragedia nella cartella ALTRI. Barcone, migranti, siriani, guerra: l’Oki delle nostre coscienze.
La stessa tecnica che ci permette di vedere le immagini dei morti ammazzati nel Medio oriente o dei terremoto in Nepal (solo dei locali), corpi dilaniati e insanguinati, con indifferenza.
La stessa modalità che definisce la massima gravità di un disastro nella misura in cui tra le vittime ci sono degli europei e degli occidentali, come per lo Tsunami del 2004 che non si limitò travolgere interi villaggi, ma colpì decine di alberghi strapieni di turisti per le vacanze natalizie. L’aggravante.
Perché non siamo NOI, sono loro, sono nella cartella ALTRI, meno di noi e diversi da noi.
Nonostante la laurea in economia del padre, la subdola malattia tremendamente familiare all’occidente e la giovane età della piccola (se fosse stata italiana l’aggettivo piccola sarebbe apparso nell’articolo più volte) ci accomuni a questa vicenda, il barcone sul quale viaggiavano li allontana dalle loro coste e dal nostro sentire.
Nessuna menzione per la madre. Viva? Morta? Disperata? No, semplicemente invisibile.
Se non ce la raccontano, non esiste.
Meno male eh, sennò come potremmo continuare a lamentarci del caldo o postare le foto dei nostri piedi in acqua?

 

Leggi la notizia sul Corriere.it del 18 luglio 2015